La Divisione Restauro della Bio Chem Srl, svolge la sua attività di diagnosi,
valorizzazione e ricerca a sostegno della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali predisponendo modelli e servizi di conoscenza,
conservazione, comunicazione, prevenzione e manutenzione programmata degli stessi.
Il monitoraggio ambientale museale, chimico, fisico e microbiologico e la caratterizzazione dei microclimi, viene finalizzato all’adozione
di misure idonee per la salvaguardia dei visitatori e dei Beni Culturali.
Gli studi diagnostici, che offre Bio Chem, fanno riferimento ad un' ampia tipologia di indagini chimiche, fisiche, chimico/fisiche,
biologiche ed hanno lo scopo di capire le modalità di realizzazione delle opere, dal punto di vista storico e artistico, e la individuazione
dei loro meccanismi di alterazione e degrado.
Lo studio dell’alterazione e del degrado microbiologico che patisce il patrimonio
culturale, nei suoi multiformi aspetti e contesti, sta assumendo nell’attualità un' importanza straordinaria per il progresso degli studi
di microbiologia e la maggiore sensibilità sociale verso il rapporto patogenetico tra mondo infinitesimale e mondo macroscopico.
Il danno provocato da questo tipo di alterazione è maggiormente percepito dai “clienti” del patrimonio culturale per cui alcune forme di
alterazione che in passato risuonavano tra estetica, azione del tempo e chimica sono ben risolti e chiariti nella cultura contemporanea.
Del resto la valorizzazione dei luoghi di interesse culturale è regolata da una norma di indirizzo estremamente cogente che impone ai
gestori la necessità di monitorare gli aspetti microclimatici ed il carico microbiologico derivante dai flussi di visitatori.
L’ alterazione microbiologica delle opere d’arte esce dal gusto dell’antico e rientra nei processi di trasformazione naturale cui vanno incontro
tutti i manufatti realizzati dall’uomo, solo in tale orizzonte i risultati del percorso di conoscenza scientifica possono essere conformati alla
conservazione ottimale dell’opera ed alla sua valorizzazione.
Oggi il danno dell‘attacco microbiologico è codificato con chiarezza scientifica ed i progressi della Scienza ci consentono di andare oltre
l’espressione “patina biologica“, usata per definire gravi alterazioni delle superfici di valore estetico che non rientravano nella esperienza
comune del restauratore.
La posizione teorica di trattare le patine biologiche come esaltazione di un momento storico dell’opera con il tentativo di ancorarlo ad un’epoca
non è più sostenibile in quanto sappiamo oggi che “la patina del tempo” in microbiologia non è altro che uno stadio del processo, lento e complesso,
che condurrà alla perdita del manufatto artistico.
Purtroppo esso non è compreso come degrado ma piuttosto come innocente alterazione del manufatto e questo aspetto, che può far sorridere un naturalista,
assume un significato particolare quando l’attacco microbiologico è indotto da fattori critici del contesto ambientale, come le condense che quasi
sempre sono l’incipit dell’attacco microbiologico e che non vengono identificate.
Pensiamo alle grotte, agli ipogei e agli ambienti semiconfinati dove il contrasto microbiologico avulso dal contesto di valorizzazione può
determinare perdite importanti dell’opera.
In questo schema elastico va collocato l’ intervento di conservazione e valorizzazione.
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